La chiesa di Santa Marina "La Novissima"
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La
chiesa di Santa Marina “La Novissima”
La
chiesetta Settecentesca di Santa Marina (la Novissima) sorge sul Cozzo Patara,
a una novantina di metri sul livello del mare e a circa cinque chilometri dalla
cittadina di Termini Imerese. La costruzione dell’ameno edificio sacro fu
fortemente desiderato dai fedeli termitani che ne vollero onorare e tramandare
il culto della Verginella Marina, Santa e Compatrona della Città. L’edificio
religioso di Santa Marina “La Novissima” si erge sulla montagnola denominata “Cozzo
Patara” detto anche nella parlata locale “Cozzo di Scaniu”. La piccola
costruzione ad aula unica e dal prospetto semplice si trova non molto distante
dalla chiesetta quasi rudere di Santa Marina “La Nuova” situata in contrada
Bragone. La chiesetta di Santa Marina
prospettante sul tratto terminale del fiume San Leonardo, fu costruita nella
prima metà XVIII sec. per volontà di alcuni ferventi fedeli alla Santa, dopo le
infruttuose e ripetute ricerche del suo corpo, compiute agli inizi del
Settecento nella contrada Bragone. Lo storico termitano Baldassare Romano
(1794-1857) nel suo opuscolo “Vita di
Santa Marina Vergine Siciliana”, edito nel 1842, ci riporta in dettaglio quanto
detto precedentemente: “…Dopo secoli
che il popolo si adunava nella prima di essa [chiesa N.d. r.], nel 1750
sperando di trovare le sacre ossa nel
colle detto di Scanio, segnatamente in mezzo alle vestigia d’alcuni rovinati
edifizi che ancor si vedeano, fu chiesto al Vicario capitolare della diocesi il
permesso di farne ricerca. Il quale prescrisse che con un digiuno di tre giorni
ed una solenne processione di penitenza si disponessero i cuori dei cittadini a
divoti affetti, e si mettesse indi mano al lavoro. Tutto eseguito con religioso
raccoglimento, scavata la terra, frugate le antiche fabriche per più giorni,
non furon le desiate reliquie rinvenute. Ciò non ostante non intepidirono i
Terminesi verso la santa Verginella Marina; che anzi vollero l’anno stesso in
quel sito elevato, amenissimo, ergere la chiesuola che già accennammo: il
sacerdote Giuseppe Lanza padrone del suolo donò uno spazietto all’intorno per
comodo de’ concorrenti e la dotò d’un piccolo benefizio…” La donazione
della porzione di terreno quindi permise l’edificazione dell’attuale luogo di
culto. Il lascito venne stipulato con atto pubblico dal Notaio di Termini
Imerese Leonardo Mola il 15 febbraio 1731, di tale atto notarile ce ne dà
complete notizie il Notaio Ignazio Candioto (1890-1956) nel suo libro “Civitas
Splendidissima”, 1940, nel cap. XLVIII e nel (Doc. N. 34) ”… La bontà divina, scrive il Notaro nell’introduzione all’atto, si
compiacque per mezzo di visioni avute da vari cittadini, di indicare il luogo
dov’era sepolto il corpo di Santa Marina, ritenuta sempre cittadina di Termini,
e cioè il Cozzo di Scanio nella contrada Bragone, e precisamente sotto le
macerie di un palmento dove si notano vestigia di antiche fabbriche. I Giurati
di allora, come quelli che avevano giurisdizione su detto territorio, e
l’Arciprete pro tempore della Città, diligentemente esaminate le visioni,
decretarono di informare il Vicario Generale della Diocesi, il quale a sua
volta, esaminati i fatti presentati, ordinò ai cittadini un severo digiuno di
tre giorni ed una processione di penitenza da effettuarsi nella domenica
successiva, all’oggetto di disporre gli animi dei cittadini alla devozione e
perché Nostro Signore si degnasse permettere il rinvenimento del corpo della
Santa. Il digiuno venne eseguito nei giorni 12-13 e 14 ottobre 1730, la
processione il giorni dopo, la domenica 15. Con alla testa l’Arciprete, i
Giurati e persone devote, tutto il popolo, il 17 successivo, si recò sul luogo
designato e per quel giorno e nei giorni seguenti si procedette agli scavi
della terra e delle macerie. La bontà Divina non permise di far trovare il
corpo ricercato: ciò nonostante i cittadini continuarono e continuano le
ricerche del corpo. Dopo le ricerche collettive infruttuose e mentre queste
continuavano isolatamente, persone devote vollero costruire una Chiesa ed un
Altare dedicata alla Santa, sul Colle di Scanio. Ed il Sacerdote Don Giuseppe
Lanza, proprietario del terreno dov’era stata già edificata la Chiesa, ne donò
« tre tumoli attorno di detta Chiesa per uso e comodità delle persone che
affluivano alla Chiesa » ed assegnò al Beneficiale di detta Chiesa tarì 6
l’anno, da pagarsi sul restante fondo di sua proprietà. Don Nicolò Marsala e
Lanza, domino diretto del fondo, acconsentì, avocando però a sé il diritto di
nomina del beneficiale o del Cappellano. Il primo beneficiale fu il Sac. Giuseppe
Lanza…” Successivamente, a infervorare gli animi dei devoti termitani nei
confronti della Santa fu la sua intercessione, mentre infuriava a Termini
Imerese l’epidemia di colera che falcidiò nel 1837 buona parte della
popolazione. Le invocazioni e le preghiere verso la Santa permisero di
arrestare la terribile sventura. In tale circostanza il popolo termitano per
esprimere gratitudine verso la Verginella per lo scampato pericolo, volle fare
dono al Convento delle Clarisse in Termini Imerese di un ex voto raffigurante
Santa Marina, oggi tale dono votivo trovasi nel Santuario della Madonna della
Consolazione. La prima domenica di
Settembre di ogni anno, la chiesetta campestre di Santa Marina “La Novissima” è
solennemente parata a festa e il luogo tanto caro ai devoti si trasforma in un
decoroso tripudio per la collettività.
L’evento è preceduto dalla solenne processione dei due simulacri: Santa
Marina e San Paolino vescovo di Nola, quest’ultimo, protettore dei Giardinieri.
Nell’amenità del poggio i fedeli con le loro preghiere, invocano i due Santi
affinché benedicano la Città e la verdeggiante e fertile valle del San
Leonardo.
Giuseppe Longo
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